La mia esperienza all’OTA Meeting 2025 a Phoenix: unico contributo italiano al più importante congresso di traumatologia degli Stati Uniti
- Massimiliano Carrozzo
- 8 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Partecipare all’OTA Meeting 2025 a Phoenix, in Arizona, è stata un’esperienza professionale e umana di grande valore. L’Orthopaedic Trauma Association rappresenta uno dei principali punti di riferimento internazionali nel campo del trauma ortopedico, e avere l’opportunità di presentare il nostro lavoro davanti a colleghi provenienti da tutto il mondo è stato motivo di grande orgoglio.

Quest’anno ho avuto l’onore di essere l’unico relatore italiano all’interno della sessione dedicata al bacino e all’acetabolo. La mia presentazione, dal titolo:
“Percutaneous Pelvic Fixation Model: Our Experience with a Low-Cost and Realistic Simulator for Pelvic Trauma Training”
ha illustrato la nostra esperienza nello sviluppo e utilizzo di un modello di sintesi percutanea dell’acetabolo a basso costo, progettato per migliorare la formazione dei giovani chirurghi nel trattamento delle fratture pelviche.
L’obiettivo del progetto è semplice ma ambizioso: rendere più accessibile e più efficace l’apprendimento di una tecnica complessa, riducendo la distanza tra teoria e pratica operatoria. Sfruttando una idea del collega e amico Prof. Cyrill Mauffrey Attraverso l’uso di materiali economici, immagini anatomiche realistiche e la simulazione guidata delle traiettorie delle viti, siamo riusciti a costruire un modello formativo altamente funzionale, che ha attirato l’interesse di numerosi colleghi internazionali durante la discussione post-presentazione.
Questo risultato è frutto di un lavoro di squadra. Desidero infatti ringraziare il gruppo di lavoro della UOC dell'Azienda Ospedaliero Universitaria del Policlinico di Bari diretta dal Prof. Solarino per il supporto, la collaborazione e l’entusiasmo condiviso in ogni fase del progetto.
Oltre al contributo scientifico, ciò che porto a casa da Phoenix è il valore del confronto internazionale: idee, spunti, collaborazioni potenziali, ma soprattutto la conferma che l’innovazione può partire anche da contesti inaspettati, se guidata da curiosità, dedizione e passione.
Proseguiremo ora nella validazione del modello e nella sua diffusione all’interno dei percorsi formativi in chirurgia del trauma pelvico.
Un passo alla volta, ma con una visione chiara: migliorare la cura dei pazienti attraverso una formazione più solida e consapevole.
A presto
Massimiliano Carrozzo




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